lunedì, marzo 12, 2007

FiLM-CuLT

molti avranno visto il film "L'amore non va in vacanza", non a tutti è piaciuto, ma sicuramente credo a molti avrà stimolato la curiosità di vedere i film-cult nominati nella commedia.

con un po' di ricerca sono riuscita a scovare questi titoli:

" Indovina chi viene a cena Un film di Stanley Kramer. Con Sidney Poitier, Katharine Hepburn Spencer Tracy,



Direttore di giornale, americano progressista a 18 carati, entra in crisi quando la figlia gli annuncia che vuole sposare un medico nero. Ebbe 2 Oscar entrambi mal dati: K. Hepburn è brava ma S. Tracy, al suo ultimo film, è straordinario e l'avrebbe meritato. Quanto al premio alla sceneggiatura di William Rose, sopravvaluta un copione abile, ma anche ruffiano nel suo ottimismo. Nel genere della commedia a tesi è un classico.

”La signora del venerdì” Un film di Howard Hawks. Con Ralph Bellamy, Cary Grant Rosalind Russell


Walter Burns, direttore di un grande quotidiano, cerca di far tornare al lavoro il suo miglior cronista che è anche la sua ex moglie. Manda all'aria il suo nuovo fidanzamento e gli è d'aiuto un assassinio con relativa cattura del colpevole. H. Hawks ha ribaltato la celebre commedia The Front Page di Ben Hecht e MacArthur: al posto del giornalista Hildy ha inserito R. Russell. C'è il dialogo più veloce nella storia della commedia americana.


Lady Eva (1941) un film di Preston Sturges con Barbara Stanwyck, Henry Fonda, Charles Coburn, Eugene Pallette


La giovane avventuriera Jean harrington (Barbara Stanwyck) a bordo di un transatalantico riesce a irretire insieme al padre baro (Charles Coburn) un giovane e ingenuo milionario (Henry Fonda) appassionato di serpenti, di cui però finisce per innamorarsi. Dopo avergli confessato il suo passato, Jean viene abbandonata, e per riconquistarlo dovrà indossare le vesti di una nobildonna inglese, Lady Eve Sidwich…
Autentica gemma della commedia brillante americana degli anni '40, in bilico tra farsa e romanticismo, Lady Eva contribuì all'affermazione definitiva del talento brioso e graffiante di Preston Sturges, "creatore completo dei suoi film", per dirla con le parole di William Wyler. Grazie all'inconsueta coppia formata da Henry Fonda e Barbara Stanwyck, capaci di tirar fuori un inedito talento brillante, il film di Sturges si propose come 'la più brillante specie di nonsense" del suo periodo.


Susanna! Un film di Howard Hawks Con Charles Ruggles, Katharine Hepburn, Cary Grant



Mentre sta portando a termine la ricostruzione dello scheletro di un dinosauro, un goffo paleontologo s'imbatte in Susan, ricca ed eccentrica signorina che, invaghitasi di lui, gli combina un sacco di guai. Di questo capolavoro della screwball comedy degli anni '30 H. Hawks, produttore-regista per la RKO, diceva che ha un grave difetto: tutti i personaggi sono picchiatelli sebbene, nonostante le apparenze, il più “normale” dei 2 protagonisti sia proprio Susan. È, comunque, un modello di ritmo, intelligenza, lucidità nell'assurdo, mancanza di tempi morti, ferrea concatenazione di cause-effetti comici, tecnica della caricatura che non esclude l'affetto per i caricaturati. Presenti i temi conduttori del cinema di Hawks: l'umiliazione, la dignità offesa, il gusto dell'avventura fisica e, sia pur ribaltato sulla farsa, l'elogio del know-how, cioè del professionismo. Il Baby del titolo originale è un cucciolo di leopardo. Sceneggiatura di Dudley Nichols e Hagar Wilde. Troppo divertente e intelligente per avere sostenitori agli Oscar.

L'orribile verità Un film di Leo McCarey Con Alexander D'Arcy, Irene Dunne Ralph Bellamy, Cary Grant




Jerry e Lucy divorziano dopo essersi accusati reciprocamente e ingiustamente di infedeltà. Devono aspettare tre mesi, però, prima di risposarsi, ma ciascuno dei due riesce a mandare a monte il matrimonio dell'altro. E si riconciliano. Uno dei vertici della commedia hollywoodiana degli anni '30, detta sophisticated in Italia e screwball a Hollywood. Tratta da una pièce di Arthur Richman, già filmata nel 1925 e nel 1929 e sceneggiata da Vina Delmar, ha una sostanza apparentemente futile, riscattata e sublimata da un ritmo infallibile, un'energia che non dà tregua, una messinscena di calibrata eleganza, una cattiveria raffinata, interpreti (anche secondari) in gran forma, un accorto uso del materiale plastico. “... è centrata sulla nozione di apparenza che trasforma la verità in dubbio. Più ci si vuole giustificare più si affonda nelle apparenze, viste dall'altro come l'espressione di una colpa commessa” (Jean Tulard). Premio Oscar per L. McCarey più 5 candidature tra cui I. Dunne e R. Bellamy. Rifatto in chiave musicale con Ancora e sempre (1953)."


Recensioni tratte da


Ora manca solo il modo di trovarli rintanati in qualche videoteca.

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