domenica, aprile 30, 2006

"Giovani Artisti Di-segnano"

un grazie a Roberta per avermi chiesto di accompagnarla in Abruzzo a Isola del Gran Sasso.

ieri le hanno consegnato il diploma del corso per giovani artisti a cui aveva partecipato nel 2004 e che si era tenuto a S. Gabriele, presso il Museo Staurós d’Arte sacra contemporanea.

dopo la presentazione e la consegna degli attestati abbiamo potuto visitare le opere della mostra " GIOVANI ARTISTI DI-SEGNANO IL SACRO".

tema :"Arte per la Liturgia".


Si tratta di un’esposizione di opere d’arte di giovani artisti delle Accademie di Belle Arti d’Italia.

È una iniziativa creata dalla Fondazione Staurós Italiana Onlus allo scopo di collaborare a ristabilire una nuova proficua alleanza tra Chiesa e Arte contemporanea, tanto auspicata dal Concilio Vaticano II.

Staurós, con il Patrocinio e la Collaborazione della Pontificia Commissione dei Beni Culturali della Chiesa e l’Ufficio Nazionale dei Beni Ecclesiastici CEI e dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (Alta formazione artistica e musicale), è riuscita a coinvolgere in questo Progetto artistico anche Istituzioni laiche, come sono le Accademie di Belle Arti d’Italia e d’Europa.


pietra, foglia oro, acrilici su tavola, cm 252 x 184

Un tripudio di luce traduce […] la personale esperienza religiosa di Roberta Giuliani.

Il sole, metafora dell’immortalità e della resurrezione di Cristo, con i suoi lunghi raggi illumina la terra imponendosi in una spazialità libera, slittante ma delicata. […]

ps:ancora grazie "Rovè" per i bellissimi posti che ho potuto vedere, per la toccante emozione che l'opera intitolata "La pietà" mi ha saputo donare,

ma soprattutto per la bellissima chiaccherata.

SHeKiNà
-appuntamento a Loreto 5/6/7 maggio-

dopo la marcia Francescana del 2004 ho iniziato il corso Shekinà che i frati minori delle Marche tengono a Loreto

si tratta di un corso per giovani in ricerca del progetto di Dio

questa è la mia ultima tappa

ma cosa significa Shekinà ?

SHeKiNaH

La tenda, chiamata la 'dimora' (shekinah), aveva accompagnato il percorso dell'esodo ed era il luogo in cui risiedeva la 'gloria' di Jahwè (cfr. Es 26,1-14): è luogo dell'abitare di Dio perché in essa era posta l'arca dell'alleanza custodia delle tavole della legge.

Tenda e arca rinviano all'alleanza, al dialogo e all'opera di liberazione intrapresa da Dio sceso per liberare il suo popolo.

Era immaginata come il luogo in cui Dio aveva il suo trono: "Davide…si alzò e partì con tutta la sua gente… per trasportare di là l'arca di Dio, sulla quale è invocato il suo nome, il nome del Signore degli eserciti, che siede in essa sui cherubini" (2Sam 6,2).

La tenda era così 'luogo dell'incontro' dove nel cammino dell'Esodo si entrava per accogliere le indicazioni di Jahwè: "Mosè a ogni tappa prendeva la tenda e la piantava fuori dell'accampamento, ad una certa distanza dall'accampamento, e l'aveva chiamata tenda del convegno; appunto a questa tenda del convegno posta fuori dell'accampamento, si recava chiunque volesse consultare il Signore…

Quando Mosè entrava nella tenda scendeva la colonna di nube e restava all'ingresso della tenda. Allora il Signore parlava con Mosè… Così il Signore parlava con Mosè faccia a faccia come un uomo parla con un altro" (Es 33,7.9.11).

La tenda è segno della presenza di Dio che accompagna e guida il faticoso cammino d'Israele dall'Egitto, terra di schiavitù, verso la terra promessa. Il simbolo utilizzato per descrivere la presenza di Dio sopra la tenda Dio era la nube, che rivela e vela nel medesimo tempo; così pure la tenda è luogo di un meraviglioso dialogo in cui Dio parlava con Mosè 'come un uomo parla con un altro'.

venerdì, aprile 28, 2006

"La Casa Segreta" - Paul Claudel

il 25 aprile sono stata a Montefiorentino a trovare fra Danilo.

c'erano pure diversi amici che non rivedevo da tempo

Simona e Maura, prima di ripartire per Grottamare mi hanno lasciato questa bella ode di Paul Claudel:

"La Casa Segreta"

Fa' che in mezzo agli uomini io sia come una figura senza volto e la mia
parola su loro senza suono alcuno come un seminatore di silenzio, come un
seminatore di tenebre ,come un seminatore di Chiese,come un seminatore
della misura divina.

La parola nello spirito è simile a un granello da niente, il quale assorbe
della buona terra tutte le sue forze e produce la pianta stabilita completa di
radici e tutto.

Parla dunque, o terra inanimata tra le dita! Fa' che io sia come un
seminatore di solitudine e chi ascolta la mia parola rientri a casa inquieto e
grave.

Come farà Dio a entrare nel cuore se non gli lasci il posto, se non gli
prepari una dimora? Per te non può esserci Dio senza Chiesa e ogni vita comincia
da una cellula.

O chi è in grado di versare un liquore nel vaso che perde? O mio Dio,
rammento quelle tenebre in cui s'era faccia a faccia tutt'e due, quei pomeriggi
oscuri e invernali a Notre-Dame, io tutto solo, in fondo, a rischiarare il volto
del grande Cristo di bronzo con un cero da 25 centesimi.

Gli uomini in quel tempo s'erano messi contro di noi, la scienza, la ragione,
e non dicevo nulla.

Soltanto la fede in me viveva, e ti guardavo in silenzio come uno che
preferisce l'amico.

Paul Claudel

"Gesù. Io confido in Te"

bella cosa i referrer stavo guardando tra le chiavi di ricerca che hanno condotto i visitatori nel mio blog e a gran voce cercavano informazioni sulla festa della Divina Misericordia.

La Seconda Domenica di Pasqua si celebra la Giornata della Divina Misericordia che rappresenta il dono pasquale che la Chiesa riceve da Cristo risorto e che offre al'umanita' all'alba del terzo millennio... per rispondere alle domande ed alle attese degli uomini di questo nostro tempo.

Papa Giovanni Paolo II, con l'enciclica Dives in Misericordia e la beatificazione e canonizzazione di suor Faustina Kowalska ha dato un impulso fondamentale al culto della Divina Misericordia. Con la sua preghiera, con la sua testimonianza di vita, con il suo magistero è oggi il primo Apostolo della Misericordia di Dio che compie quella che è la missione essenziale del successore degli Apostoli: proclamare la sostanza del Vangelo perché al centro di esso sta l’annuncio del Dio misericordioso.

Il 22 febbraio 1931 Gesù apparve, in Polonia, a Suor Faustina Kowalska (beatificata il 30 aprile 2000) e le affidò il messaggio della Devozione alla Divina Misericordia.

Lei stessa così descrisse l’apparizione: “Mi trovavo nella mia cella, quando vidi il Signore vestito di candida veste. Aveva una mano alzata in atto di benedire; con l’altra toccava la tunica bianca sul petto, dal quale uscivano due raggi: uno rosso e l’altro bianco”. Dopo un istante, Gesù mi disse: “Dipingi un quadro secondo il modello che vedi, e scrivici sotto: Gesù, io confido in Te! Desidero, inoltre che questa immagine sia venerata nella vostra Cappella e in tutto il mondo. I raggi rappresentano il Sangue e l’Acqua che sgorgarono quando il mio Cuore fu trafitto dalla lancia, sulla Croce. Il raggio bianco rappresenta l’acqua che purifica le anime; quello rosso, il sangue che è la vita delle anime”.

In un’altra apparizione Gesù le chiese l’istituzione della festa della Divina Misericordia, esprimendosi così: “Desidero che la prima domenica dopo Pasqua sia la festa della mia Misericordia. L’anima, che in quel giorno si confesserà e si comunicherà, otterrà piena remissione delle colpe e delle pene. Desidero che questa Festa si celebri solennemente in tutta la Chiesa”.


CORONCINA DELLA DIVINA MISERICORDIA


Si usi la corona del Rosario:

In principio: Pater, Ave, Credo.


Sui grani maggiori del Rosario:

“Eterno Padre, io Ti offro il Corpo e il Sangue, l’Anima e la Divinità del Tuo dilettissimo Figlio e Nostro Signore Gesù Cristo in espiazione dei nostri peccati, del mondo e delle anime nel Purgatorio”.


Sui grani dell’Ave Maria per dieci volte:

“Per la sua dolorosa passione abbi misericordia di noi, del mondo e delle anime nel Purgatorio”.


Alla fine ripetere per tre volte:

“Dio Santo, Dio Forte, Dio Immortale: abbi pietà di noi, del mondo e delle anime nel Purgatorio”.

Vedi post su Claudia Koll

mercoledì, aprile 26, 2006

SCRiPTa VoLaNT ...what is it?

è un evento che nasce dalla rete per la rete per presentare il blog a chi ancora non lo conosce e per far conoscere i blogger tra loro.

Scripta Volant - Blog generation

si svolge a Senigallia, presso il Centro Sociale Saline,
il 12, 19 e 26 Maggio alle 21.00.

Passa parola per Scripta Volant

Incontro con P.A.Spadaro

Sta nascendo un nuovo modo di imparare, di trasmettere e di rielaborare il sapere. Tutto ciò si riflette immancabilmente anche su quella parte fondamentale della cultura che è l'esperienza religiosa e la riflessione teologica. Da qui la necessità di una mappa per conoscere i cambiamenti in atto e per imparare a valutarne potenzialità e limiti.


L'incontro con P. Spadaro, gesuita, «navigatore» esperto del mondo multimediale, si propone di disegnare i nuovi scenari compiendo una rassegna delle principali innovazioni introdotte dal digitale, senza dimenticare il collegamento con la tradizione religiosa che ci caratterizza.
Appuntamento in Vicariato sabato 20 maggio alle ore 10.30.
Dall'8 maggio sarà disponibile on line il modulo per iscriversi all'incontro.

mercoledì, aprile 19, 2006

SeNiGaLLia nuova sfida:

BaRRieRe di CaRTa
-VS-
FoRZa CeNTRiFuGa


Senigallia:


da qualche mese sono iniziati i lavori di ristrutturazione e
ricostruzione del vecchio ponte che collega viale Leopardi allo stradone Misa



in loro funzione sono stati modificati i sensi di marcia delle strade contigue


tra questi è stato invertito anche quello del ponte che collega lo stradone Misa a via Abbagnano





peggior sorte è però toccata ai muretti che costeggiavano il fiume : eliminati





in loro assenza , alte barriere metalliche fiancheggiano ora la strada





la domanda sorge spontanea: queste "protezioni" possono sostenere un eventuale incidente?



le macchine scendono il ponte e in fondo alla discesa si trovano una semicurva da fare per poter imboccare lo stradone Misa e non andare dritti sulle alte transenne metalliche
che separano il ponte vecchio che è stato abbattuto



ma nell'eventualità di un malfunzionamento o di una svista la macchina si troverebbe in fondo al fiume o le transenne reggerebbero l'urto impedendo la catastrofe?



non dimentichiamo inoltre che tra poco comincia la stagione estiva
aumenta il traffico, aumenta la popolazione e i colpi di caldo



ma a noi Senigalliesi che importa!



del resto siamo abituati a districarci in mezzo ai lavori stradali in piena stagione turistica



non ci rimane che aspettare la prova del nove



si aprono le scommesse


barriere di carta VS forza centrifuga



chi vincerà?



ai posteri lasciamo il triste epilogo

Dire Straits - Sultans Of Swing 1978


Dire Straits - Sultans Of Swing 1978
Video inviato da jibou

martedì, aprile 18, 2006

La MeSSa è oN-LiNe


sperando che Don, autonominato tutor ed eletto cavalier servante
non me ne voglia , di nuovo parlo di un suo post da cui ho appena scoperto che la messa quotidiana è on line sul sito
oasisdavid .


Che storia !




l'intero post su don's spice-blog

sabato, aprile 15, 2006

Podcast quanto costa mettersi in regola

Nella ricerca di notizie sul podcasting per partorire la mia tesi finalmente ho avuto risposta ad uno dei tanti interrogativi che mi stavo ponendo e cioè :





visto che scaricare musica peer to peer, coperta da diritti d'autore, è illegale mi stavo chiedendo se il podcasting fosse la risposta legale all'ilegalità sopra citata e invece la già si è mossa a trovare una fac-soluzione.



tratto da apogeonline e scritta da Marco Traferri




Per tutelare le opere musicali protette
da diritto d'autore, la Siae ha sviluppato una licenza pensata appositamente per
chi diffonde musica attraverso siti web. Opportunità e limiti

La crescente diffusione del fenomeno podcasting deve
necessariamente fare i conti, anche in Italia, con il diritto d’autore. Ci
piaccia o no, quando nei nostri podcast inseriamo brani musicali che non sono di
pubblico dominio, dobbiamo corrispondere un compenso all’autore degli stessi o,
dopo la sua morte, a coloro che ne detengano il diritto- articolo 1 della
legge n° 633 del 22
aprile 1941-

All’inizio del 2006 la Siae, ha elaborato, tra le prime al mondo,
una licenza appositamente ideata per il podcasting e denominata Autorizzazione per l’utilizzazione in modalità podcasting delle opere
musicali amministrate dalla Siae
. Quali opportunità offre tale licenza?
Quali sono i suoi limiti? Entro quali confini il podcaster può muoversi?
Cerchiamo di rispondere a questi interrogativi esaminando più da vicino quanto
stabilito dalla SIAE.

L’articolo 3 della licenza vuole che i podcast oggetto
dell’autorizzazione abbiano questi requisiti:

  • durata massima di 60 minuti primi;
  • presenza di brani amministrati in numero non superiore a 15 per ogni podcast
    o comunque non superiore, in durata, al 75% della durata dell’intero podcast;
  • successione delle opere musicali amministrate presenti nel file
    rigorosamente interrotta da contenuti parlati e/o da commenti, fermo restando il
    diritto di utilizzare i brani come sottofondo o come commento ad altri contenuti
    audio.

L’insieme dei requisiti non sembra particolarmente oneroso. Non
capita tutti i giorni di realizzare o ascoltare podcast che superino i 60 minuti
di durata e che comprendano più di quindici brani musicali. Inoltre,
interrompere la successione musicale con interventi parlati è pratica piuttosto
consolidata. Siamo dunque alle prese con un’autorizzazione che sembra non porre
gravosi limiti al podcaster e che pare consentirgli sufficiente libertà di
movimento. Ma andiamo avanti.

La Siae suddivide i siti di podcasting in tre specifiche
categorie, ciascuna delle quali ha diritti e doveri diversi da quelli delle
altre:

  • podcast di tipo amatoriale;
  • podcast di enti pubblici o di organismi senza scopo di lucro;
  • podcast di tipo commerciale.

I podcast amatoriali. Sono considerati amatoriali quei
siti che, per definizione della stessa Siae, non generino introiti e non abbiano
alcuna finalità commerciale, che appartengano a persone fisiche e che non
producano più di 1.000 download a settimana. La loro quota annuale, laddove la
musica non incida più del 25%, è stabilita in 120 euro. Si tratta dunque di una
quota abbordabile, che può consentire a molti di fare podcasting nel pieno
rispetto della legge e dei diritti di tutti. Tale licenza, tuttavia, pone un
limite le cui finalità paiono poco comprensibili: oltre i 1.000 download a
settimana, stabiliscono le regole Siae, il sito – anche mantenendo le sua
connotazione amatoriale – verrebbe automaticamente classificato tra quelli a
scopo di lucro. Il risultato? Ben 1.560 euro l’anno di tariffa: il 1300% della
quota amatoriale. Un divario che potenzialmente mortifica le prospettive di quei
siti che pur non avendo obiettivi commerciali riescono a suscitare seguito e ad
avere un alto numero di download. Perché catalogarli tra quelli a scopo di
lucro? Perché passare da 120 euro l’anno a 1.560 solo in ragione di un più alto
numero di download? I siti di carattere amatoriale sono sostenuti dall’unico
propellente della passione, della volontà, della voglia di fare. Non hanno
finalità economica, non si prefiggono di guadagnare, anzi, sono sempre
generosamente finanziati dagli stessi titolari, che spendono energie, tempo e
denaro per tenere in vita loro iniziative. Non hanno alcuna entrata. Sono sempre
in perdita. Perché dunque costringerli anche all’esborso di oltre tre milioni
delle vecchie lire?

I podcast di enti pubblici o di organismi senza scopo di
lucro.
Sono inseriti in questa categoria tariffaria i podcast di istituzioni
pubbliche ed enti locali e quelli attivati da associazioni riconosciute o non
riconosciute, fondazioni e Onlus, caratterizzati dall’assenza dello scopo di
lucro e dall’essere espressione di particolari istanze culturali, etniche,
politiche e religiose. La tariffa annua, laddove la musica non incida oltre il
25% dell’intera programmazione, è di 780 euro, con il limite di 15.000 download
prodotti a settimana, limite oltre il quale si è tenuti a corrispondere una
quota aggiuntiva di 6 euro ogni 1.000 download.

I podcast di tipo commerciale. Sono costituiti, dichiara
la Siae, dai siti di podcasting che, attivati da qualsiasi soggetto, generino
introiti o siano inseriti in siti di aziende, studi di professionisti o siano
sponsorizzati o attivati da o per conto di soggetti che svolgono attività
commerciali o prestazioni di servizi di qualsiasi genere. Nel loro caso le quote
da corrispondere sono determinate, oltre che da una tariffa mensile minima di
130 euro, da una percentuale da calcolare sugli introiti annui lordi per
pubblicità, sponsorizzazioni, abbonamenti, canoni, tariffe, carte a scalare e
simili realizzati attraverso il sito in relazione alla percentuale di musica
utilizzata nel podcast commerciale. L’aliquotaminima, quando la musica non
rappresenti più del 25% della programmazione, è del 2%. Nulla da eccepire. Se
adoperiamo musica tutelata e ne ricaviamo degli introiti è giusto che l’autore
dei brani utilizzati ne tragga anch’egli beneficio.

Un’unica, significativa perplessità: produrre profitti mediante
podcasting non è impresa delle più semplici. Siamo all’inizio e modelli di
business adeguatamente sviluppati, almeno in Italia, non se ne vedono ancora.
Perché, allora, non favorire l’avvio del business stabilendo una soglia minima
di introiti annuali al di sotto della quale il sito verrebbe ancora considerato
amatoriale? Ci sono molti siti, per fare un esempio, che vedono negli AdSense di
Google la loro unica fonte di ricavo. Nella stragrande maggioranza dei casi si
tratta di siti che traggono dai clic dei loro visitatori, appena qualche euro il
giorno. Costringerli a sborsarne 1.560 l’anno per avere l’autorizzazione Siae
significa, di fatto, azzerare le loro entrate e impedire la crescita delle tante
iniziative che stanno nascendo. Perché, invece, non proporsi di favorirla?
Perché non provare a stabilire un tetto di ricavi al di sotto del quale il
podcaster potrebbe continuare a utilizzare musica senza l’onere dei 1.560 euro
ma limitandosi a corrispondere i 120 Euro previsti per la categoria
amatoriale?

Modificando l’autorizzazione in questo senso la SIAE
conseguirebbe molti buoni risultati. Favorirebbe la crescita del fenomeno
podcasting, la regolamenterebbe ulteriormente incoraggiando molti a
sottoscrivere licenze non più onerose, conseguirebbe essa stessa notevoli
benefìci in termini di ritorno di immagine, ponendosi ancor più dinnanzi
all’utente come un’istituzione sensibile e pronta a percepire i mutamenti rapidi
e continui del nostro tempo, un’istituzione che non deprima lo spirito di
iniziativa ma che sappia favorirlo e incoraggiarlo nell’interesse di tutti:
autori, editori, licenziatari, utenti.

Attendiamo fiduciosi, consapevoli di come non sia per nulla
facile soddisfare le esigenze di tutti e apprezzando lo sforzo già profuso dalla
Siae per regolamentare un settore, quello del podcasting, ancora nuovo e quindi
in costante evoluzione.

.

‘Penne Digitali’ ospite all’Università ‘La Sapienza’. Cronaca dell'incontro e podcasting

All'università "La Sapienza di Roma" si è tenuto un incontro in cui si è parlato di blog.
La lezione di oggi di Teoria e tecniche delle comunicazioni di massa del Professore Russi ha lasciato la scena prima all’esperta di cattedra Anna Totano e poi a Roberto Zarriello, vicedirettore dell’AGE.
Aula piena di studenti la dura scoperta è stata di quanto poco conosciute siano argomenti quali podcasting, feed RSS e blog .




Ma perchè queste tematiche sono finite in un aula di università?




Perche' questi strumenti realizzano un contesto sociale che permettono a notizie,informazioni o quant'altro di essere messo a conoscenza di tutti ,ma cosa piu' importante di essere condiviso e rimesso in gioco in una successiva discussione al fine di poter dare il massimo delle opportunità di poter scegliere cio' che a ognuno di noi interessa attraverso gli aggregatori di notizie come Google reader.
fine ultimo e primario è dunque la ricerca della democrazia.




-Cfr. "Blog generation" G.Granieri Laterza,Roma-Bari,2005-

Si è passati poi ad analizzare blog italiani conosciuti tra cui troviamo quello di Beppegrillo, Macchianera e Pandemia (di Luca Conti) e delle grandi potenzialità che offrono questi moderni strumenti tecnologici, a partire da Skype fino ai podcast.





L'intero articolo è possibile leggerlo sul blog di penne digitali e ascoltare un estratto dell'incotro dalla rollbar.


venerdì, aprile 14, 2006

Non abbiate paura


"Non abbiate paura, voi!

So che cercate Gesù il crocifisso.

Non è qui.

E' risorto, come aveva detto"


(Mt 28,5-6)

martedì, aprile 11, 2006

Il breviario sul palmare

Anche se Benedetto XVI e la maggioranza degli alti
prelati della Curia Romana predilige pregare col metodo tradizionale e cioè
utilizzando il breviario romano diviso in quattro volumi da far “girare” durante
tutto l’anno, è la base di Santa Romana Chiesa che sta sperimentando un nuovo
metodo di preghiera. Sono almeno diecimila, infatti, i preti di lingua italiana
(con loro anche alcuni monsignori, vescovi e un cardinale) che da tutto il
mondo, a causa dei tanti impegni che li costringono spesso a stare anche
otto-dieci ore fuori la parrocchia, si affidano per pregare al palmare e cioè ad
un aggeggio tecnologico che oltre a servire da cellulare può essere utilizzato
per scaricare il breviario direttamente da Internet e utilizzarlo quando e dove
lo si ritiene opportuno.
I diecimila (il dato è stato verificato) ogni
settimana si collegano on-line all’unico sito che oggi è in grado di offrire il
breviario (salmi, letture, ma anche il messale del giorno) con un semplice
click: www.maranatha.it. Un web site che al mese fa 240 mila visitatori diversi,
diecimila solo per scaricare il breviario. La procedura di scaricamento è molto
semplice: basta andare nella home page ed entrare nella voce “mobile”. Qui, è
possibile scaricare in lingua italiana per le tre settimane successive le
preghiere delle Lodi, Ora Media, Vesperi, Compieta ed Ufficio delle Letture. Ma
non solo, per i sacerdoti che devono dire messa lontano da casa e non vogliono
portarsi dietro il pesante messale, è possibile addirittura scaricarsi l’intera
messa del giorno.
Certo, anche se i sacerdoti che scaricano le preghiere
sanno che è preferibile, soprattutto quando pregano in comunità, utilizzare il
breviario classico e cioè quello cartaceo, per loro il breviario sul palmare è
oggi una necessità alla quale non saprebbero più dire di “no”. Madre Teresa di
Calcutta quando doveva spostarsi a piedi o in macchina, amava recitare con le
sue consorelle il rosario tanto che la distanza da percorrere la valutava a
seconda delle decine necessarie per coprire il tragitto. I sacerdoti del terzo
millennio, invece, sono andati un po’ più avanti e quando prendono la
metropolitana, l’autobus o il treno, amano accendere il proprio palmare e far
scorrere i salmi, uno dopo l’altro.
Non si sa cosa Benedetto XVI pensi di
questa nuova forma di preghiera. Recentemente la Radio Vaticana aveva donato lui
un iPod col quale eventualmente accedere ai podcast, scaricare musica e libri da
Internet, ma ad oggi ancora egli preferisce pregare con il breviario classico in
lingua latina e come lui fanno tanti porporati all’interno della Curia
Romana.
Comunque, sono tante le lettere di ringraziamento che ogni giorno
arrivano alla mail di maranatha. Le ultime sono del cardinale Dario Castrillon
Hoyos, prefetto della Congregazione per il Clero, e poi di due vescovi, quello
di Gubbio e quello di Chiavari. Oltre a tanti preti e missionari, a sorpresa,
ama pregare i salmi sul palmare anche un gruppo di ricercatori italiani che
lavora ad Harward. Così pochi giorni fa hanno scritto alla mail di marantaha:
«Con questa breve mail desideriamo ringraziarvi per la splendida iniziativa del
sito maranatha. Tutte le mattine e le sere preghiamo con le Lodi e la Compieta
che troviamo on-line sulle vostre pagine. Analogamente, tanti amici, studenti e
ricercatori italiani che lavorano nelle università americane utilizzano il
vostro sito per la preghiera quotidiana. Credo che il vostro servizio aiuti a
mantenerci vicini alla Chiesa e a continuare il nostro cammino di preghiera nel
Signore. Sia lodato sempre Gesù Cristo».

di
Paolo
Luigi Rodari

© Il Tempo 5 aprile 2006

Progetto "La Terra dei Fioretti: Cingoli" tratto da Kairos

Progetto "La Terra dei Fioretti: Cingoli" tratto da Kairos

Convento S.Giacomo a Cingoli -9 aprile 2006 -Domenica delle Palme

- La Rappresentazione-

Alle ore 21.00 si è tenuta la Rappresentazione della Passione di Cristo, organizzata da Lucia e Giovanna, insieme ai tantissimi volontari che nel periodo Pasquale si sono dedicati alla sua realizzazione e preparati spiritualmente con le catechesi di Padre Samuele, per accogliere nella sua pienezza l'esperienza che ci è stata data di poter far rivivere.

Gli ultimi preparativi hanno visto arrivare volontari e amici fin dal primo pomeriggio. Tra gaffe e piccoli problemi tecnici le prove sono proseguite fino a cena.

Alle 20.00 il corridoio del convento ci ha accolto con un gustosissimo buffet preparato dalle magiche mani delle nostre fantacuoche, (un ringraziamento speciale lo voglio fare a Marì: FAI UNA PIZZA DA URLO - GRAZIE!! ); mentre il refettorio, tramutato per l'occasione in camerino, vedeva piano piano sfornare i figuranti per l'imminente Rappresentazione.

Cena veloce, figuranti pronti, l'appuntamento successivo ci ha visti in Chiesa per un momento di raccoglimento e per la Benedizione di P.Samuele prima di vivere la Passione di nostro Signore.

ORE 21.00: la Rappresentazione ha inizio! Gesù si reca nell'orto degli ulivi.

La notte, il silenzio solenne, le luci dei riflettori che illuminano i volti, fanno da contorno a quanti stanno facendo rivivere la Passione di Gesù, la storia di una vita che neanche 2000 anni di storia hanno potuto cancellare, perchè il messaggio di Colui che è venuto per salvarci è più forte del tempo e dell'uomo.

Padre Ferdinando Campana chiude la Rappresentazione con parole che si stagliano nella notte come spine pungenti, mentre una luce bianca fissa e illumina la Croce, il simbolo della Passione di Gesù per l'umanità.

E' la seconda volta che partecipo, ma la prima come figurante e posso dire chiaramente che questa Rappresentazione a un certo punto non ti fa più sentire né attore né spettatore , ma partecipe con tutte le tue emozioni a ciò che stai vedendo , perchè diviene protagonista tu stesso di quel momento. Non c'è più separazione tra chi recita e chi assiste, perchè Gesù ti chiama in causa, ti chiama a vivere il suo dolore , ti chiama a vivere con Lui in questa sera come nella vita di tutti i giorni.

Rappresentare la Passione ti permette di toccare e far toccare con mano ciò che Gesù ha fatto per te ed è come se ti dicesse: " Non ti è più concesso di stare a guardare, ma vieni e seguimi."

Quando mi dicevano che le risposte a tutte le domande le potevo trovare nel Vangelo, ero un po' titubante a credere ciò, in realtà è vero, è davvero così. Se ti soffermi un poco a riflettere sull'ultimo passo della vita di Gesù le vedrai tutte raccolte lì insieme: perchè Gesù è vita , è fede, è speranza, è carità, è amore, è verità , è misericordia ed è innamorato di noi.

Beatrice

lunedì, aprile 10, 2006

Messaggio in occasione della 40a Giornata Mondiale per le comunicazioni sociali - 28 maggio 2006

I media: rete di comunicazione, comunione e cooperazione

1. Sulla scia del quarantesimo anniversario della conclusione del Concilio Ecumenico Vaticano Secondo, mi è caro ricordare il Decreto sui Mezzi di Comunicazione Sociale, Inter Mirifica, che ha riconosciuto soprattutto il potere dei media nell’influenzare l’intera società umana. PR
La necessità di utilizzare al meglio tale potenzialità, a vantaggio dell’intera umanità, mi ha spinto, in questo mio primo messaggio per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, a riflettere sul concetto dei media come rete in grado di facilitare la comunicazione, la comunione e la cooperazione.
San Paolo, nella sua lettera agli Efesini, descrive accuratamente la nostra umana vocazione a “partecipare della natura divina” (Dei Verbum, 21): attraverso Cristo possiamo presentarci al Padre in un solo Spirito; così non siamo più stranieri e ospiti, ma concittadini dei santi e familiari di Dio, diventando tempio santo e dimora di Dio (cfr. Ef. 2,18-22).
Questo sublime ritratto di una vita di comunione coinvolge ogni aspetto della nostra vita come cristiani.
L’invito ad accogliere con autenticità l’autocomunicazione di Dio in Cristo significa in realtà una chiamata a riconoscere la Sua forza dinamica dentro di noi, che da noi desidera espandersi agli altri, affinché questo amore diventi realmente la misura dominante del mondo (cf. Omelia per la Giornata Mondiale della Gioventù, Colonia, 21 agosto 2005).

2. I progressi tecnologici nel campo dei media hanno vinto il tempo e lo spazio, permettendo la comunicazione istantanea e diretta tra le persone, anche quando sono divise da enormi distanze. Questo sviluppo implica un potenziale enorme per servire il bene comune e “costituisce un patrimonio da salvaguardare e promuovere” (Il Rapido Sviluppo, 10).

Ma, come sappiamo bene, il nostro mondo è lontano dall’essere perfetto.
Ogni giorno verifichiamo che l’immediatezza della comunicazione non necessariamente si traduce nella costruzione di collaborazione e comunione all’interno della società. Illuminare le coscienze degli individui e aiutarli a sviluppare il proprio pensiero non è mai un impegno neutrale.
La comunicazione autentica esige coraggio e risolutezza. Esige la determinazione di quanti operano nei media per non indebolirsi sotto il peso di tanta informazione e per non adeguarsi a verità parziali o provvisorie.
Esige piuttosto la ricerca e la diffusione di quello che è il senso e il fondamento ultimo dell’esistenza umana, personale e sociale (cf. Fides et Ratio, 5). In questo modo i media possono contribuire costruttivamente alla diffusione di tutto quanto è buono e vero.

3. L’appello ai media di oggi ad essere responsabili, ad essere protagonisti della verità e promotori della pace che da essa deriva, comporta grandi sfide.

Anche se i diversi strumenti della comunicazione sociale facilitano lo scambio di informazioni e idee, contribuendo alla comprensione reciproca tra i diversi gruppi, allo stesso tempo possono essere contaminati dall’ambiguità. I mezzi della comunicazione sociale sono una “grande tavola rotonda” per il dialogo dell’umanità, ma alcune tendenze al loro interno possono generare una monocultura che offusca il genio creativo, ridimensiona la sottigliezza del pensiero complesso e svaluta la peculiarità delle pratiche culturali e l’individualità del credo religioso.
Queste degenerazioni si verificano quando l’industria dei media diventa fine a se stessa, rivolta unicamente al guadagno, perdendo di vista il senso di responsabilità nel servizio al bene comune. Pertanto, occorre sempre garantire un’accurata cronaca degli eventi, un’esauriente spiegazione degli argomenti di interesse pubblico, un’onesta presentazione dei diversi punti di vista.
La necessità di sostenere ed incoraggiare la vita matrimoniale e familiare è di particolare importanza, proprio perché si fa riferimento al fondamento di ogni cultura e società (cf. Apostolicam Actuositatem, 11). In collaborazione con i genitori, i mezzi della comunicazione sociale e le industrie dello spettacolo possono essere di sostegno nella difficile ma altamente soddisfacente vocazione di educare i bambini, presentando modelli edificanti di vita e di amore umano (cf. Inter Mirifica, 11).
Come ci sentiamo scoraggiati e avviliti tutti noi quando si verifica il contrario! Il nostro cuore non soffre soprattutto quando i giovani vengono soggiogati da espressioni di amore degradanti o false, che ridicolizzano la dignità donata da Dio a ogni persona umana e minacciano gli interessi della famiglia?

4. Per incoraggiare sia una presenza costruttiva che una percezione positiva dei media nella società, desidero sottolineare l’importanza dei tre punti, individuati dal mio venerabile predecessore Papa Giovanni Paolo II, indispensabili per un servizio finalizzato al bene comune: formazione, partecipazione e dialogo (cf. Il Rapido Sviluppo, 11).

La formazione ad un uso responsabile e critico dei media aiuta le persone a servirsene in maniera intelligente e appropriata.
L’impatto incisivo che i media elettronici in particolare esercitano nel generare un nuovo vocabolario e immagini, che introducono così facilmente nella società, non sono da sottovalutare.
Proprio perché i media contemporanei configurano la cultura popolare, essi devono vincere qualsiasi tentazione di manipolare, soprattutto i giovani, cercando invece di educare e servire. In tal modo, i media potranno garantire la realizzazione di una società civile degna della persona umana, piuttosto che il suo disgregamento.
La partecipazione ai media nasce dalla loro stessa natura, come bene destinato a tutte le genti. In quanto servizio pubblico, la comunicazione sociale esige uno spirito di cooperazione e corresponsabilità, con una scrupolosa attenzione all’uso delle risorse pubbliche e all’adempimento delle cariche pubbliche (cf. Etica nelle Comunicazioni Sociali, 20), compreso il ricorso a norme di regolazione e ad altri provvedimenti o strutture designate a tal scopo. Infine, i media devono approfittare e servirsi delle grandi opportunità che derivano loro dalla promozione del dialogo, dallo scambio di cultura, dall’espressione di solidarietà e dai vincoli di pace.
In tal modo essi diventano risorse incisive e apprezzate per costruire una civiltà dell’amore, aspirazione di tutti i popoli.
Sono certo che seri sforzi per promuovere questi tre punti aiuteranno i media a svilupparsi come rete di comunicazione, comunione e cooperazione, aiutando uomini, donne e bambini a diventare più consapevoli della dignità della persona umana, più responsabili e più aperti agli altri, soprattutto ai membri della società più bisognosi e più deboli (cf. Redemptor Hominis, 15; Etica nelle Comunicazioni Sociali, 4).

Concludendo, voglio ricordare le incoraggianti parole di San Paolo: Cristo è nostra pace. Colui che ha fatto dei due un popolo solo (cf. Ef. 2,14). Abbattiamo il muro di ostilità che ci divide e costruiamo la comunione dell’amore, secondo i progetti del Creatore, svelati attraverso Suo Figlio!



Vaticano, 24 gennaio 2006, Solennità di San Francesco di Sales.


BENEDETTO XVI

giovedì, aprile 06, 2006

WiKiPeDia -intervista con Antonio Spadaro

cresce il dibattito intorno all’enciclopedia aperta.



Ne parliamo con Antonio Spadaro, gesuita, che ha dedicato al progetto un articolo pubblicato da Civiltà Cattolica.
In studio, Vittorio Zambardino



(7 ottobre 2005)



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